giovedì 15 marzo 2012

Pressione sanguigna, meglio misurarla su entrambe la braccia

 

Pressione sanguigna, meglio misurarla su entrambe la braccia 02/02/2012 - Secondo uno studio pubblicato su The Lancet, è sufficiente una piccola variazione tra i due arti per ritenere un paziente a rischio di malattie cardiovascolari.
Uno studio del Peninsula College of Medicine and Dentistry dell'università di Exeter (Inghilterra) pubblicato su The Lancet, sostiene che una differenza significativa tra i valori pressori rilevati nelle due braccia rappresenta un segnale di allarme di possibili malattie vascolari.

I ricercatori britannici hanno riesaminato - e analizzato - i dati di 28 studi precedenti, nel corso dei quali erano state registrate differenze pressorie tra il braccio destro e quello sinistro dei volontari e la conclusione a cui sono giunti è che è sufficiente una variazione di 10 millimetri di mercurio nella pressione dei due arti per ritenere un paziente a rischio di malattia vascolare periferica (Pvd) asintomatica.
Questo tipo di patologia si riferisce all'ostruzione, parziale o totale, dei vasi sanguigni che irrorano sia le gambe che le braccia.  
Se, invece, lo scarto tra i valori rilevati supera i 15 millimetri di mercurio, l'interpretazione è quella di un sensibile aumento del rischio di malattie cerebro-vascolari, una crescita del 70% della mortalità per patologie cardiache e del 60% del rischio di morte.

Secondo gli scienziati, una diagnosi precoce della Pvd è molto importante, poiché può evitare ai pazienti future patologie ben più gravi.
Calcolare lo scarto di pressione tra le due braccia di un paziente, utilizzando un tradizionale sfigmomanometro, è un'operazione semplice che può consentire di porre rimedio velocemente alla situazione, invitandolo a smettere di fumare o sottoponendolo a terapie farmacologiche per abbassare la pressione arteriosa.

Quanto è stato scoperto dovrebbe rendere la misurazione brachiale bilaterale della pressione un esame di routine da inserire nei protocolli sanitari rivolti all'ipertensione, divenendo anche un vero e proprio metodo di screening della malattia vascolare periferica.

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